domenica 11 dicembre 2011

Presentazione


Cari Colleghe e Colleghi,
tra breve si voterà per il rinnovo delle cariche dell'Unione Matematica Italiana. Si tratta di un appuntamento importante per la nostra comunità, cui è necessario avviarsi aprendo una discussione su programmi, progetti e profili dei candidati alle cariche sociali. Varie considerazioni generali e le sollecitazioni di alcuni colleghi mi hanno indotto a candidarmi alla carica di presidente. Sono consapevole della responsabilità che già solo la candidatura (per non parlare di una eventuale elezione) comporta. Mi sento però confortato dalla speranza di farmi interprete di idee e proposte che non sono solo mie, ma esprimono punti di vista comuni a più colleghi con cui ho avuto occasione di scambiare delle idee. Non intendo profittare del vostro tempo prezioso né della vostra pazienza e quindi cercherò di esporre con rapidità, ma spero in modo esauriente, alcuni punti programmatici, che sono pronto a discutere e ad approfondire.
1.    L'UMI gode di un grande patrimonio umano, culturale e scientifico, costituito dai suoi soci e dalle loro molteplici competenze ed esperienze, che tutte necessitano la più grande attenzione. Questo patrimonio va valorizzato al massimo. Se fossi eletto, sarebbe mio impegno di procurare che vi sia un coinvolgimento maggiore dell'attuale di tutti i soci che abbiano voglia di contribuire con idee, discussioni e fatti, alla vita dell'UMI. La Commissione Scientifica è stata sempre composta da personalità di spicco che hanno rappresentato la comunità con competenza. Sono certo che così sarà anche nel futuro. Il lavoro e l'impegno dei membri della CS però non basta per raggiungere obiettivi ambiziosi: una maggiore partecipazione di tutti i soci è necessaria. Dunque maggiori vicinanza, coinvolgimento e collegialità, senza nessuna preclusione di genere, età, posizione e ambito culturale e scientifico.

2.    Ho avuto modo di notare, in colloqui con vari colleghi, una certa disaffezione verso l'UMI. Tra i giovani essa non è particolarmente popolare, in quanto spesso la vedono impenetrabile ai loro interessi e necessità. Un'impopolarità che recentemente si è estesa anche tra vari soci meno giovani. Occorre a mio avviso lanciare una vera e propria ''campagna abbonamenti'' per attirare nuovi soci giovani e riportarne all'UMI anche di meno giovani, assicurando a tutti i benefici di un'associazione attenta ai bisogni e alle idee di tutti i suoi membri e che rappresenti in modo effettivo le loro molteplici esigenze. In questo ambito è necessario pensare a più sostanziosi incentivi per gli iscritti, e, ove possibile e necessario, a maggiori facilitazioni.

3.  In questo momento, in cui sembra mancare ogni realistica prospettiva di sviluppo per i più giovani, l'UMI si deve far portavoce dell'esigenza di dare una speranza, ed anche di più, a chi si incammina per la difficile strada dell'insegnamento, dello studio e della ricerca. La fuga dei  cervelli dal nostro paese va fermata, pena la prospettiva della irreversibile retrocessione in una serie minore. 

4.    Purtroppo la matematica non gode, nella nostra società, della considerazione che meriterebbe per il suo portato storico, per il suo contenuto culturale e formativo, per il posto insostituibile che ha nelle applicazioni di ogni genere. Ciò si è riverberato, tra l'altro, in un'inammissibile diminuzione della cultura matematica anche in settori, come quello dell'Ingegneria, dove era classicamente di casa. Per sostenere e diffondere un punto di vista alternativo a questa sciagurata tendenza è indispensabile una rinnovata, maggiore e più efficace presenza dell'UMI nella società civile (sulla stampa e in generale nei media) e nei confronti della politica (ad esempio nell'interfaccia con i ministeri competenti). 

5.    È necessario che l'UMI sviluppi un più ampio e articolato dibattito interno (non riservato solo alla CS) su temi caldi come: attuazione delle riforme, valutazione della ricerca e della didattica, coordinamento dei programmi di insegnamento a tutti i livelli, formazione degli insegnanti, ecc. Ed è fondamentale che alle risultanze di tali dibattiti e alle deliberazioni che ne conseguiranno venga data la più ampia diffusione tra i soci ed esse siano proposte alla società civile, ai politici che hanno responsabilità di governo (o di opposizione) e ai tecnici che hanno compiti di gestione. La responsabilità di rappresentare i nostri punti di vista deve essere assunta dall'UMI ai suoi più alti livelli.

6.   L'UMI si è sempre contraddistinta per la sua attenzione sui temi dell'insegnamento della nostra disciplina nelle scuole di tutti i livelli. Questa attenzione va moltiplicata. Le difficoltà che i docenti incontrano nell'insegnamento secondario e superiore, particolarmente in alcune vaste aree del paese, è sotto gli occhi di tutti: è ben noto ad esempio il divario di rendimento scolastico tra nord e sud. Non potrà certo l'UMI, da sola, risolvere questi problemi, ma deve farsene carico per la sua parte, promuovendo attività di divulgazione, diffusione, aggiornamento, e discussioni e confronti tra esperienze diverse.

7.   Vanno sviluppati e ampliati i rapporti con altre società consimili, specialmente a livello internazionale. Ad esempio, occorre riprendere l'abitudine iniziata alcuni anni fa di effettuare dei ''joint meetings'' con altre società matematiche. Occorre istituire e/o ampliare convenzioni con altre società matematiche affinché sia facilitata l'iscrizione ad entrambe. È necessario aumentare la presenza di matematici italiani in organismi nazionali e internazionali di valutazione e di coordinamento della ricerca e della didattica. La modesta presenza (non per qualità ma per numero) di italiani tra i conferenzieri dell'ultimo congresso internazionale dei matematici non è certo adeguata al livello della nostra scienza. È evidente una carenza di sostegno, cui va posto pronto e adeguato rimedio. L'internazionalizzazione dell'opera e delle attività dell'UMI sono un passo importante e inderogabile. Ad esempio, il congresso UMI va aperto a contributi di esperti stranieri che non siano solo episodici come in passato. Le attività editoriali vanno viste in una prospettiva e in un ambito internazionali, il che andrà a vantaggio dell'UMI che potrà trarne sostanziali benefici non solo di immagine.
In conclusione, le parole e i programmi, sono importanti, ma l'unica vera importanza l'hanno i fatti, quelli passati, presenti e futuri. Sul futuro non posso che promettere, se fossi eletto, il massimo impegno. Sul presente e sul passato, parla la storia personale di ciascuno di noi. Per la mia potete consultare il CV e l'elenco dei lavori sul sito web
Come ho scritto all'inizio, sono pronto ad approfondire ed ampliare la discussione aperta da questo documento, che è (volutamente) troppo stringato per essere esaustivo dei tanti problemi che ci si pongono. Per questo motivo ho aperto un blog sul sito
e spero davvero che vi siano molti interventi. Vi ringrazio per l'attenzione, vi porgo i miei più cordiali saluti e auguri di buon lavoro e ribadisco la massima attenzione per ogni osservazione, commento e proposta, che saranno da me sempre bene accolti.   
Ciro Ciliberto (Università di Roma Tor Vergata)

18 commenti:

Ciro Ciliberto ha detto...

Il collega Gianni Di Pillo, mi ha scritto:

''aderisco con convinzione al sostegno della candidatura di Ciro Ciliberto.
Mi permetto di segnalare che mi piacerebbe leggere nel suo programma anche
l'esigenza di una maggiore attenzione da parte dell'UMI nei confronti
della Matematica Applicata.''

Ciro Ciliberto ha detto...

Nel mio documento programmatico ho preferito non menzionare in particolare nessun settore della matematica, dato che per me essi sono tutti da difendere, sviluppare e promuovere. Tuttavia la richiesta di Di Pillo è molto appropriata. Vi sono alcuni infatti settori della matematica che in passato hanno forse ricevuto dall'UMI minore attenzione di altri e che quindi ne necessitano maggiore. Tra questi senza dubbio è da annoverare la Matematica Applicata. Quindi ogni proposta e iniziativa a supporto di questo settore vedrà in me un interlocutore attento e un sostenitore convinto. Vari soci dell'UMI lo sono anche della SIMAI e maggiori sinergie tra queste due associazioni non potranno che giovare ad entrambe.

Infine, come parecchi sanno, io sono un geometra algebrico e qualcuno può pensare che vi sia ben poco di più lontano dalle applicazioni. Per fortuna non è così e il mio interesse per le applicazioni delle discipline che coltivo (ad esempio crittografia, applicazioni della geometria algebrica alla biologia, alla statistica algebrica, ad alcuni problemi di analisi numerica) non è nè recente nè di occasione, come testimonia la lista dei miei lavori.

Ciro Ciliberto ha detto...

Il prof. Antonio Lanteri mi ha segnalato l'interessante documento stilato dalla Real Sociedad Matemática Española in occasione della cerimonia di chiusura del centenario della sua fondazione, e letto nel Senato di Spagna il 29 novembre u.s. Il documento è reperibile sul sito:

http://www.rsme.es/centenario/clausura/declaracion.html

Michele Bolognesi ha detto...

Un altro aspetto secondo me da rimarcare è più di "marketing", che riguarda l'immagine del matematico nella società e - soprattutto - nel mondo del lavoro. Anche al fine di aumentare gli iscritti.

Ricordo come particolarmente riuscita l'iniziativa "Matematici al lavoro" dell'unige, per cui mi sembra fosse stato prodotto un libretto e un sito web molto interessanti.

Auguri! (per l'anno nuovo, beninteso)

Ciro Ciliberto ha detto...

Questa è un'ottima idea, utile per giovani e non, e che potrebbe avvicinare all'UMI molti matematici e non solo. Occorerà lavorare anche su questo. Grazie, e buon anno a tutti!

Ciro Ciliberto ha detto...

Segnalo l'interessante articolo di Rui Loja Fernandes dal titolo ''Evaluation of Faculty at IST - a Case Study'' sulla Newsletter della EMS di Dicembre 2011.

Simone ha detto...

Purtroppo è vero che molti giovani matematici considerino l'UMI come un circolo che chiede 60 euro ogni anno in cambio di... niente! Le attività dell'Unione restano invisibili perfino a molti iscritti, e bisogna ammettere che il notiziario è ormai più un resoconto stenografico di riunioni che una newsletter di sapore scientifico.

Ciro Ciliberto ha detto...

C'e' poco da commentare: sono pienamente daccordo, e mi propongo, se ne avro' l'opportunita', di provare a cambiare questo stato di cose. Grazie del contributo.

Augusto Visintin ha detto...

Caro Ciliberto,
ho letto con interesse il tuo documento elettorale. I punti da te trattati mi sembrano senz’altro meritevoli della massima attenzione, e penso che tanti si
possano ritrovare nelle tue considerazioni. A queste vorrei aggiungere
l’opportunità di mantenere alta la tensione e l’impegno per la ricerca matematica.
Penso che questo lo dobbiamo anche ai giovani che si accostano con entusiasmo alla ricerca, e che in buon numero ottengono risultati di qualità. Credo che anche i meno giovani dovrebbero fare il possibile per non perdere contatto con la ricerca attiva, che resta una delle ragioni d’essere della figura del professore universitario.
Vorrei spendere anche una parola per il Bollettino dell’UMI, del cui comitato di redazione sono lieto di far parte da oltre un decennio.
Da anni è stato riscontrato che i giovani più brillanti sono un po’ restii a sottoporre i loro lavori alla nostra rivista, confermando quella disaffezione di cui parli anche tu. Occorrerebbe forse trovare il modo di effettuare una selezione più rigorosa degli articoli pubblicati, ed anche individuare nuove soluzioni editoriali.
A mio modo di vedere i matematici italiani hanno delle potenzialità che vanno bel oltre quelle che traspaiono dal nostro bollettino.
Sta a noi sollecitarne il coinvolgimento, mostrando piena disponibilità al rinnovamento.
Negli ultimi anni il direttore Carlo Sbordone si è prodigato per il rilancio della rivista.
Le ripetute call per numeri speciali hanno permesso di coinvolgere anche eminenti colleghi stranieri, che riconoscono al Bollettino dell’UMI un prestigioso passato.
Questo ha dato modo di pubblicare alcuni fascicoli di elevato interesse scientifico.
Recentemente è stata anche avviata la pubblicazione di brevi note, per le quali si è riusciti a contenere in pochi mesi il tempo di pubblicazione.
Da questo punto di vista il BUMI è competitivo persino rispetto ai prestigiosi Comptes Rendus de l’Academie de Sciences de Paris!
Ho approfittato più di una volta di questa opportunità.
La serie di monografie UMI-Lecture Notes presso l’editore Springer è di standard internazionale, credo che rappresenti un significativo contributo alla ricerca.
Ci sarebbero altre cose da aggiungere, ma mi fermerò qui.
Nel formularti i migliori auguri per l’impegnativo percorso intrapreso, ti saluto cordialmente,
Augusto Visintin

Ciro Ciliberto ha detto...

Ringrazio Augusto Visintin per il suo intervento. Esso tocca alcuni temi cruciali
e mi dà l'occasione di approfondirli.
Visintin sottolinea giustamente ''l’opportunità di mantenere alta la tensione e l’impegno per la ricerca
matematica''. Effettivamente è un tema su cui non mi sono soffermato nel mio documento,
probabilmente perché ho dato la cosa per scontata. Credo infatti sia ben noto il mio impegno su questo
fronte, impegno che, se pure fossi eletto, non diminuirà in futuro. Sono del tutto d'accordo con
Visintin quando dice che questo impegno, oltre che a noi stessi e alle istituzioni in cui operiamo,
'' lo dobbiamo anche ai giovani che si accostano con entusiasmo alla ricerca, e che in buon numero
ottengono risultati di qualità''. La vicinanza ai problemi e alla esigenze dei giovani deve essere uno
dei punti cardini dell'azione di una grande associazione scientifica, in special modo in questo
periodo di crisi. I giovani più brillanti troveranno sempre e comunque la loro strada, magari
emigrando, ma a perderci sarà il nostro paese. E qui il discorso si allarga alla politica, alle
azioni che una società scientifica importante può e deve AUTOREVOLMENTE svolgere perché i
principi di cui parliamo vengano accolti dalla società civile e azioni conseguenti vengano poste in essere.
Una rigorosa politica della spesa è necessaria (crisi o non crisi) ma la scuola, i giovani, la ricerca, la scienza,
la cultura, sono assolute priorità. Ai giovani però anche noi dobbiamo dare più spazio, negli organi
direttivi dell'UMI, nelle commissioni, nei comitati di redazione, di là dai ruoli accademici ricoperti.
Vi sono giovani ricercatori universitari o professori associati brillantissimi, il cui livello scientifico
e le cui capacità organizzative sono superiori quelli della media degli ordinari. Va a loro riconosciuto,
non solo a parole, il merito e va a loro dato spazio. Visintin aggiunge ''credo che anche i meno giovani
dovrebbero fare il possibile per non perdere contatto con la ricerca attiva, che resta una delle ragioni
d’essere della figura del professore universitario''. È giustissimo, ma va aggiunto che anche ai meno
giovani che sono impegnati nella ricerca va dato il giusto riconoscimento. Non deve accadere che,
in nome di un giovanilismo spesso solo di facciata, si trascurino le esigenze, si umilino le aspettative e si
sottacciano i meriti dei meno giovani. (Continua)

Ciro Ciliberto ha detto...

Vengo infine all'ultimo tema toccato da Visintin, quello
della editoria. So bene che l'UMI ha fatto, specie negli ultimi anni, lodevoli sforzi per rilanciare le
sorti del Bollettino. So anche bene, per esperienza e non a parole, che una operazione del genere è
molto difficile, specie per una società scientifica che non esprime esigenze private o privatistiche
(come accade per una casa editrice) ma è portavoce di una comunità. Se tuttavia alcuni importanti
obiettivi non sono stati ancora raggiunti, vuol dire solo che occorre aumentare gli sforzi e diversificarli.
Ha ragione Visintin, ''una selezione più rigorosa degli articoli pubblicati'' è necessaria, ma non basta.
Le ''call per numeri speciali hanno permesso di coinvolgere anche eminenti colleghi stranieri''
e va benissimo, ma anche questo non basta. Occorre stimolare IN CONTINUAZIONE, e non solo
saltuariamente, l'invio di lavori di qualità. La brevità dei tempi di pubblicazione può essere
un ottimo argomento, ma deve essere accompagnata dal riconoscimento di qualità a livello
internazionale. Forse aggiungere alcuni cambiamenti di veste editoriale e tipografica può anche
aiutare. Va tenuto comunque presente che il giornale di una società scientifica non potrà mai
aspirare a livelli di eccellenza. Per questo sono molto sensibile a proposte del tipo di quella che
suggerisce Visintin, di ''individuare nuove soluzioni editoriali''. Ho avuto varie proposte in tal senso e,
nel caso fossi eletto, le metterò senz'altro sul tappeto. Infine è vero quel che dice Visintin,
''la serie di monografie UMI-Lecture Notes presso l’editore Springer è di standard internazionale''.
Colpisce però la mancanza, pressochè totale in questa serie, di titoli riguardanti algebra e geometria.
Occorre dunque che il comitato scientifico si attivi in questa direzione: far parte di un
comitato di redazione o scientifico non è solo il giusto riconoscimento di qualità e non
attribuisce soltanto la funzione di ''giudice'', penso che il compito principale sia quello di stimolo. Insieme a
Visintin, dico anche io ''ci sarebbero altre cose da aggiungere, ma mi fermerò qui''. Grazie ancora!

Paolo Stellari ha detto...

Caro Ciro,

Ti scriviamo in qualità di candidato alla presidenza dell'UMI a causa dei recenti provvedimenti ministeriali in materia di PRIN e FIRB. Infatti, è con grande perplessità e preoccupazione che abbiamo appreso di alcune norme che inevitabilmente penalizzeranno fortemente la ricerca pura di base e la matematica nella sua forma più speculativa.

Ci permettiamo di segnalarti gli aspetti che ci sembrano più gravi:

(1) Le norme restrittive circa il numero minimo di pubblicazioni (15 per strutturati sotto i 40 anni) inserite nel bando FIRB e l'obbligatorietà di consorziare almeno tre unità di ricerca con ciascun coordinatore che deve rientrare all'interno di questi rigidi parametri.

(2) Varie università stanno procedendo alla raccolta di informazioni preliminari circa i potenziali coordinatori nazionali. Tra le informazioni richieste c'é l'h-index. Questo ci lascia presumere che uno dei criteri di preselezione sarà legato a tale indice spostando inevitabilemente la valutazione verso la quantità piuttosto che la qualità.

(3) Nei bandi FIRB e PRIN viene dato specifico rilievo al progetto Horizon 2020 che lascia ben poco spazio alle scienze pure - almeno così ci pare.

In questa situazione di grave penalizzazione per la ricerca di base ci piacerebbe che la comunità matematica manifestasse con forza ed apertamente il proprio disagio. Riteniamo inoltre che l'UMI se ne debba far carico proprio a partire dalla riunione indetta per l'8 febbraio. Ti segnaliamo, anche se ne sarai già al corrente, che sia Notices dell'AMS, sia la newsletter dell'EMS si sono già espresse a proposito dei punti (2) e (3):

http://www.ems-ph.org/journals/newsletter/pdf/2011-12-82.pdf (pagine 10-12 e 54-56)

http://www.ams.org/notices/201103/rtx110300434p.pdf

Ti ringraziamo in anticipo per l'attenzione che ci vorrai prestare.

A presto,
Gilberto Bini
Chiara Brambilla
Alberto Canonaco
Cinzia Casagrande
Diego Conti
Luigia Di Terlizzi
Claudio Fontanari
Marco Franciosi
Paola Frediani
Marco Garuti
Alessandro Ghigi
Donatella Iacono
Matteo Longo
Diego Matessi
Ernesto Mistretta
Gianluca Occhetta
Roberto Pignatelli
Pietro Polesello
Antonio Rapagnetta
Paolo Stellari
Jacopo Stoppa
Stefano Vigni
Filippo Viviani

Ciro Ciliberto ha detto...

La lettera che precede mi fa molto piacere in quanto mi consente di intervenire sugli
importantissimi temi sollevati che sono, vi assicuro, al centro della mia attenzione.
Le preoccupazione che vi muovono sono infatti anche le mie. Suddivido i miei
commenti in blocchi.

Io vedo il serio rischio che i recenti bandi PRIN e FIRB possano costituire un pericoloso
passo indietro rispetto al recente passato, nel quale, seppure faticosamente e con incertezze
e tentennamenti, si era proceduto verso l'uso sistematico del peer-reviewing per la valutazione
dei progetti di ricerca nazionali con meccanismi garantiti da scelte del Ministro nella designazione
di esperti la cui identità era ben nota.

La decisione di effettuare la valutazione dei progetti PRIN e FIRB in due fasi, una locale e una nazionale,
senza ancorare chiaramente nè l'una nè l'altra a chiari criteri di qualità, mi trova in disaccordo.
Le peggiori previsioni manifestate all'indomani dell'apparizione del bando PRIN si stanno già
puntualmente verificando:

a) All'interno delle singole università stanno prevalendo intenti spartitori invece che di rigore scientifico.
E' ben vero che è fatto obbligo alle Università di avvalersi dell'opera di revisori anonimi, ma,
visto che non è invece fatto obbligo di scegliere tali revisori nella banca dati del CINECA, che
garanzia possiamo avere sulla loro qualità?

b) Si manifesta una generale tendenza alla creazione di grossi progetti che abbiano un
maggiore gradimento presso l'attuale vertice del MIUR, anche a scapito di omogeneità, coerenza e
valore scientifici.

c) Le associazioni scientifiche, invece che levare influenti voci di protesta, non fanno altro che
adeguarsi, indirizzando i loro sforzi ad evitare che i loro adepti si pestino i piedi a vicenda
entrando in competizione, e cercando invece di trovare spazi per fare domanda ciascuno nelle sedi
in cui i numeretti ministeriali sembrano dare più speranze di successo e dove il coordinatore nazionale
è più influente, magari anche a scapito della qualità scientifica.

Il MInistro, cui ho personalmente manifestato queste preoccupazioni, insieme ad alcuni colleghi soci
dell'Accademia dei Lincei, presentandogli un documento a sostegno del peer-reviewing come unico
sistema serio di valutazione, giustifica queste scelte come indispensabili in una fase transitoria, in cui
è necessario, a suo giudizio:

1) eliminare la polverizzazione delle domande di finanziamento, incoraggiando invece la convergenza degli
studiosi su grandi progetti: un obiettivo necessario, secondo il MInistro soprattutto in prospettiva europea,
in quanto i prossimi programmi europei (leggi il famoso Horizon 2020) saranno probabilmente
proprio orientati in tal senso e noi dobbiamo ''allenarci'' a partecipare a questa competizione;

2) coinvolgere le università in una seria assunzione di responsabiltà nella valutazione dei progetti;

3) fare presto: i quattrini dei PRIN, ad esempio, debbono essere impegnati entro la fine del corrente
anno, altrimenti il Ministero delle Finanze se li riprende.

Io sono convinto della buona fede del Ministro circa la necessità di questi passi e dei suoi
buoni propositi. Tuttavia penso che, pur volendo andare in questa direzione,
si sarebbe dovuta, e si dovrebbe, comunque garantire la qualità fissando criteri certi per la valutazione
dei progetti. In particolare si dovrebbero rigettare criteri che si basino esclusivamente (o per la gran parte)
su mere analisi bibliometriche (tipo il risibile h-indice), e vincolare le università a scelte rigorose nel
processo di prevalutazione. Tutto ciò non è stato fatto in modo chiaro e questo a mio avviso rischia di
creare un danno che sarà poi difficile riparare.

Ciro Ciliberto ha detto...

Il discorso dell'uso discutibile delle analisi bibliometriche per la valutazione, che è presente anche nel
vostro messaggio, mi porta a toccare un tema assai delicato, e cioè quello della valutazione avviata
dall'ANVUR sulla qualità della ricerca. Mi chiedo:

- che valore potremo attribuire ad una valutazione basata in larga misura su criteri bilbliometrici
che i paesi dove la valutazione si fa da decenni in modo serio, ormai rifiutano in blocco (ad
esempio ogni loro rozza applicazione è esplicitamente bandita nel Regno Unito);

- che senso ha una valutazione che non lascia nessuno spazio alla autovalutazione delle strutture:
tra l'altro, è bizzarro e contraddittorio che si dia fiducia agli atenei nella valutazione dei progetti di
interesse nazionale e non gliene si dia alcuna nella valutazione delle loro stesse strutture;

- che ce ne faremo di criteri di valutazione ridicoli, come quelli che se il vostro vicino d'ufficio non pubblica
da dieci anni, a pagare sarete anche voi;

- che se ne farà il nostro sistema universitario di una valutazione che non contempli contemporaneamente le attività didattiche e soprattutto il governo dell'università.

La valutazione è cosa troppo seria ed importante per affrontarla in modo dilettantesco, volontaristico
e artigianale. Che si guardi come si fa in Francia, in Inghilterra, in Germania e poi si decida come fare
da noi. Ancora una volta sottolineo una contraddizione di atteggiamento: invochiamo
l'Europa quando dobbiamo adeguarci a scelte comunitarie magari discutibili, mentre non lo facciamo
quando val la pena di imitare comportamento virtuosi.

Ciro Ciliberto ha detto...

E, parlando di Europa, veniamo a Horizon 2020. Ho letto il documento di presentazione
generale e ne ho tratto una impressione da un lato di estrema vaghezza, dall'altro di
conformistica espressione del pensiero unico. Abbiamo, ho paura,
buoni motivi per temere che, se certi punti di vista espressi nel suddetto documento
prenderanno davvero il sopravvento, vi sarà sempre meno spazio
per le scienze pure. E addirittura che vi sarà sempre meno spazio per il
libero esercizio del pensiero e della inventiva in qualunque attività di ricerca, in qualunque settore,
scientifico o umanistico. Il Ministro, nell'incontro che vi ho citato, ha preso impegno di far sì
che tra i temi su cui Horizon 2020 insisterà ci siano anche quelli nei quali la comunità
scientifica italiana è competitiva. Speriamo sia così, tenendo presente che Horizon 2020 ha tra le sue
priorità anche la ''eccellenza scientifica che riguarda la ricerca di base''.
Purtroppo però il nostro governo sembra andare invece proprio
nella direzione del pensiero unico europeo.
Una prova? Il decreto sulle semplificazioni. In una delle leggi dello stato era previsto
(peraltro senza impegno economico) ''il finanziamento di un programma nazionale di investimento
nelle ricerche liberamente proposte in tutte le discipline da università ed enti pubblici di ricerca,
valutate mediante procedure diffuse e condivise nelle comunità disciplinari internazionali interessate”.
Un impeccabile principio, sebbene purtroppo non supportato da investimento finanziario.
Proprio questo comma è stato cassato dal decreto-legge sulla semplificazione. In realtà è stato
sostituito da un altro impegno per il sostegno alla ricerca italiana svolta nel quadro di programmi europei
o internazionali. Come dire: cari miei, o fate come vi dice Horizon 2020 o chiudete bottega!

E, per concludere, veniamo all'UMI. A mio avviso, piuttosto che (o oltre che) organizzare i suoi soci
sul come e dove fare domande PRIN, si sarebbe dovuto e si dovrebbe, come voi giustamente chiedete,
prendere posizione netta sui principi che regolano le questioni di cui sopra. O quanto meno avviare una
riflessione e una discussione tra i soci su questi problemi fondamentali. Non mi risulta che niente del genere
sia stato fatto. Occasionalmente, come al congresso UMI del settembre scorso a Bologna,
sono state prese deboli posizioni di appoggio o rifiuto di posizioni altrui, senza sviluppare
alcun punto di vista autonomo. Sembra insomma che i matematici italiani non abbiamo opinioni chiare
circa la valutazione, i progetti di ricerca e le procedure per approvarli, la politica della ricerca in Italia
e in Europa. Non è poi tanto strano se le nostre esigenze e soprattutto quelle dei nostri giovani,
vengono disattese.

In conclusione, di una cosa potete star certi: nel caso venissi eletto,
questi temi saranno sempre nella mia agenda di lavoro, con l'unico obiettivo
di fare dei passi verso un sistema serio, efficiente e giusto.

Ciro Ciliberto ha detto...

Sul notiziario UMI del Gennaio-Febbraio 2012 (per ora reperibile sul sito UMI
ma che verrà a breve inviato ai soci in forma cartacea) appare una lettera del
Presidente, prof. Brezzi, in appoggio a un gruppo di candidati all'ufficio di presidenza.
Riporto qui di seguito la chiusa di questa lettera:

''... la mia esperienza mi insegna che l'UMI è una realt à molto complessa,
basata su equilibri a volte di fficili, che richiede parecchio tempo per
essere conosciuta.

Sarebbe facilissimo fare dei danni enormi pur con le migliori intenzioni,
operando senza una conoscenza adeguata. Anche da questo punto di vista
questa squadra fornisce le massime garanzie.''

Sarebbe interessante conoscere a quali possibili ''enormi danni'' allude
in forma vaga il prof. Brezzi. Così che anche chi, seppur munito delle
''migliori intenzioni'', ma non da lui designato a succedergli,
possa apprendere alla fonte del suo sapere.

Sinceramente penso che non sia il caso di agitare spettri di catastrofi imminenti che potrebbero
abbattersi sull'UMI se le cose non andassero come piacerebbe a qualcuno. La cosa da fare invece
è di parlare di programmi, di cose da fare ed eventualmente da non fare,
in modo concreto. Questo sarebbe un costruttivo contributo alla campagna elettorale.
Peraltro, di una cosa sono fermamente convinto. E cioè che gli iscritti all'UMI sappiano
ben distinguere da soli chi può fare bene e chi può far meglio, da che parte vi sia
la conservazione (con i suoi rassicuranti rituali) e la novità (che può riservare
sorprese non necessariamente negative).

Comunque solo al giudizio dei soci, cui va il mio massimo rispetto, e non a designazioni
di trito sapore dinastico, affido le sorti della mia candidatura.

Ciro Ciliberto ha detto...

Oggi i soci UMI si sono visti arrivare un messaggio di posta elettronica dall'indirizzo
ufficiale dell'UMI (che sfrutta quindi la lista ufficiale dell'Unione) contenente la lettera
a firma del Presidente prof. Brezzi di cui al mio precedente intervento. Si tratta di una
chiara violazione di basilari norme di ''par condicio'', tanto chiara che non vale neanche la
pena di parlarne. Di esempi di arbitri parziali è ricca la storia di tutti gli sport, ma ancora non
si era visto un arbitro scendere in campo con la divisa di una delle due squadre, e chi
sperava in una campagna elettorale condotta con fair play è servito! A proposito di ''enormi danni''...

So che vari soci si stanno organizzando per protestare e chiedere di
rimediare in qualche modo al mal fatto. Ringrazio tutti per quanto vorranno e potranno fare.

Ciro Ciliberto ha detto...

The monk Shin Hsiu had a thorough intellectual understanding of Buddhism but no grasp of the essential truth. To be nominated Sixth Patriarch he wrote:

The body is like unto the Bodhi-tree,
And the mind to a mirror bright;
Carefully we cleanse them hour by hour
Lest dust should fall upon them.

Realizing that this was wrong, Hui Neng wrote by its side:

Neither is there Bodhi-tree,
Nor yet a mirror bright;
Since in reality all is void,
Whereon can the dust fall?

Hui Neng became the Sixth Patriarch! He was the one who discontinued the practice of appointing a Patriarch, mentioning to his disciples ‘You are all free from doubts, therefore you are all able to carry on the lofty object of our school.’ Then he quoted a verse said to have been written by Bodhidharma:

The object of my coming to China
Was to transmit the Teaching of Deliverance to all under delusion.
In five petals the flower will be complete;
Thereafter the fruit will come naturally to maturity.